sabato 15 febbraio 2020 – H 13,50
Confronto animato su Facebook, prende spunto dal post “I 350 giorni che mancano a Punta Ala“.
Un problema è la concorrenza interna a Punta Ala, ma il problema vero è portare ospiti a Punta Ala fuori stagione, aumentare i giorni di ospitalità continuando a custodire Punta Ala secondo la sua vocazione: se sbagliamo in questo ci perdiamo il nostro vantaggio competitivo.
Da seguire con attenzione il progetto che ha annunciato Francesco Nardi, lo sport per rilanciare Punta Ala.
Nel rilancio c’è da considerare anche il cosiddetto lock in, la tendenza a legare il cliente in esclusiva coccolandolo con l’offerta di servizi complementari, ad esempio il bar che offre la lettura del quotidiano, lo stabilimento che offre anche bar e ristoranzione, l’albergo con piscina e spa: l’esclusività del lock in è una delle tante scommesse che fanno parte della “scommessona” che è il rilancio di Punta Ala.
E’ importante l’attrattività di un esercizio: è legata solamente alle capacità dell’imprenditore? Conta anche il contesto? Per chiarire: campo golf, Gallia palace, campo polo, porto … traggono vantaggio dall’essere a Punta Ala oppure no? Se no: diamoci pace, io per primo. Se invece conta anche il contesto, ripeto l’invito: costruiamo il sistema Punta Ala.
A Punta Ala spesso mancano le competenze – scrive Francesco Nardi -, quali competenze mancano? Replica Bernardo Como (ristorante Bernardo).
Poco prima Francesca Lopez (Arli Hotel) aveva lamentato mancanza di collaborazione.
La vivacità di questi scambi conferma che quando si toccano gl’interessi economici c’è poco spazio per la teoria, eppure da tre anni ‘sta zecca di associazione – ovviamente mi riferisco a Comunità di Punta Ala – propone di rilanciare Punta Ala, cominciando a costruirne il sistema che manca da circa mezzo secolo, da quando ” la società ” ha cominciato ad ammainare le vele man mano che finivano le sue scorte, i terreni edificabili da vendere.
Poco importa se il sistema Punta Ala nascerà nella nostra associazione od altrove, l’importante è che nasca.
E’ difficile seminare Punta Ala, Punta Ala quale destinazione, non la singola attività. Qualche esempio.
Grazie ad un suggerimento amico, nell’estate 2018 abbiamo cercato di realizzare al campo polo un concerto importante, di quelli destinati al pubblico giovanile: grazie all’amico il costo era invogliante, 5 mila euro, circa 500 per ognuno degli stabilimenti balneari immediatamente a confine, questa fu la proposta ma il concerto non si è fatto …
Altro esempio: per mancanza di collaborazione siamo costretti a rinunciare ad un piccolo vivaio per riforestazione, progetto piccolo ma dimostrativo per attarre attenzioni più ampie.
… per fare l’albero ci vuole il seme … scriveva Gianni Rodari per la musica di Sergio Endrigo e Luis Bacalov.
Una volta manca il campo, altra volta manca il seme, si trovano campo e seme ma il seminatore ha altro da fare, oppure non c’è l’acqua, insomma … manca sempre un centesimo per fare un euro.
… lo sport (scrive Francesco Nardi, esemplificando ciclismo nuoto ecc), la musica e la cultura con i suoi eventi possono creare un giro di presenze almeno per 8/9mesi a l’anno …
Comunità di Punta Ala ci sta provando da tre anni. Nessuno dei protagonisti di FB si è associato, difetto nostro per non essere stati abbastanza bravi a convincerli, importante è che qualcuno riesca a costruire il sistema senza il quale Punta Ala non si rilancia.
Ripeto una proposta finora rimasta senza neppure una risposta, è il terzo esempio delle difficoltà di far crescere a Punta Ala la pianta collaborazione: raccogliere i numeri delle “presenze” a Punta Ala, cominciare a costruire il data base numerico dedicato a Punta Ala. La proposta è a costo zero, per ogni imprenditore richiede una decina di minuti settimanali … Comunità è a disposizione per dare una mano.
… ci vuole il seme per fare l’albero …
… custodiamola … !
Sta a noi costruire il sistema, custodiamola con cura, ricaviamone frutti, senza snaturarla.