testo di Fabrizio Felici, fabrizio.felici@gmail.com
Durante la scorsa estate è giunta notizia che il Comune di Castiglione ha acquisito l’importante archivio Gori (fotografi storici del territorio castiglionese) per interessamento diretto del sindaco Farnetani: la collezione è divenuta dunque accessibile alla cittadinanza ed in particolare a ricercatori.
Durante l’autunno scorso alcune pagine Facebook puntalesi hanno postato immagini di paesaggi ed edifici degli inizi di Punta Ala.
Le tristi notizie della morte di Enrichetta Coghi Zetti (autrice dell’unico libro che conosco sulla storia di Punta Ala) e dell’architetto Franco Piemontese ci fa inoltre toccare con mano una realtà ineluttabile: la memoria storica delle origini della Punta Ala che conosciamo ed amiamo sta lentamente ma inesorabilmente svanendo.
Infine, nell’agosto scorso, durante la bella presentazione sui Castelli di Maremma, organizzata da Comunità, sono entrato in contatto con il signor Vladimiro Capecchi, depositario di una collezione di cartoline di Castiglione e dintorni degli anni ’50-’70, che ne ha generosamente condiviso una selezione con Comunità.
Attraverso Comunità, vorrei perciò lanciare un’iniziativa per la ricerca, l’elaborazione e l’utilizzo di documenti sulla storia di Punta Ala, in particolare immagini e testimonianze.
Mi sembra che la condivisione di ricordi comuni possa oltretutto contribuire a rinsaldare un sentimento di appartenenza ad una comunità per sua natura così dispersa per tanta parte dell’anno come Punta Ala. E possa far piacere ai tanti puntalini che hanno espresso nel questionario del 2017 di Comunità affetto imperituro per essa.
Quali obiettivi realistici possiamo proporci e quale organizzazione?
1) Una Mostra “Memorie di Punta Ala”.
Con il materiale raccolto entro maggio-giugno 2019 potremmo organizzare una mostra a Punta Ala nei mesi di luglio ed agosto, in locali da definire al Gualdo (e, nel caso di abbondanza di materiale, anche al Porto).
Come minimo, la mostra potrebbe articolarsi su una serie di pannelli di largo formato che presentino il territorio a partire dai primi documenti disponibili su Punta Troia, per continuare con quelli sulla Punta Ala voluta da Balbo e sullo sviluppo di Punta Ala negli anni ’60, fino alla chiusura della società Punta Ala del finanziere Pesenti negli anni ’90.
Qualora ci fossero residenti o frequentatori storici disposti a condividere documenti cartacei, storie e/o filmati di quell’epoca, la mostra potrebbe includere anche alcuni di questi documenti e soprattutto interviste e filmati.
La mostra potrebbe anche divenire permanente, se coronata da un buon successo di pubblico, e potrebbe costituire una delle attrazioni di una visita guidata a Punta Ala proposta sul web, tra altre, dallo IAT (Informazioni e Assistenza Turistica) di Castiglione.
Le caratteristiche urbanistiche ed architettoniche di Punta Ala, ancora largamente immutate dalle origini, ne fanno dopotutto un unicum eccezionale in Italia.
Parte del materiale raccolto potrebbe altresì essere disseminato negli uffici, alberghi ed esercizi commerciali di Punta Ala che lo ritenessero interessante ed utile per le loro attività.
2) Pubblicazioni.
Ma il responso dei frequentatori di Punta Ala, ed in particolare dei residenti, potrebbe essere così importante, soprattutto in termini di documenti non fotografici, da permettere di realizzare pubblicazioni di vario formato e soggetto.
Un primo libro fotografico potrebbe essere realizzato sulla base del materiale della mostra. Altri libri potrebbero seguire (ad es. sul periodo prebellico, sullo sviluppo postbellico e su eventi/presenze importanti del passato) che vadano oltre il fondamentale libro di Enrichetta Coghi Zetti e gli opuscoli già disponibili sulla nascita di alcune ville notevoli di Punta Ala.
3) Una mostra fotografica della Punta Ala odierna?
La presenza evidente ed attiva in Facebook di alcuni puntalini appassionati di fotografia e di Punta Ala potrebbe suggerire la possibilità di una seconda mostra fotografica (o una mostra nella mostra principale), con elementi di comparazione tra la Punta Ala di allora e di oggi o semplicemente per mostrarne le bellezze odierne.
4) Come organizzarci?
Per raggiungere entro la prossima estate almeno l’obiettivo minimo della mostra è necessario definire un’organizzazione per realizzare le attività necessarie.
L’organizzazione dipende dal volume dei documenti e dall’interesse e dalla disponibilità (oggi indefiniti) di un certo numero di persone che possiamo comunque suddividere genericamente in due gruppi:
a) contributori di documenti e testimonianze
b) trasformatori di questi dati in realtà condivisibili dal pubblico.
Alcuni appassionati potranno ovviamente coprire ambedue i ruoli.
Se la risposta dei puntalini fosse entusiastica potrebbe essere necessario definire un Comitato aperto a tutti gl’interessati per decidere l’allocazione delle attività, definire standard comuni, allargare la base dei possibili contributori e tenere al corrente il maggior numero possibile di persone sui progressi delle attività in corso.
5) Il prossimo passo.
La prima cosa da fare è avere un’idea della quantità di materiale disponibile e dell’interesse per questo progetto da parte di frequentatori di Punta Ala e soprattutto di residenti. Una serie di annunci verrà perciò postata sui vari siti delle associazioni puntalesi per sondare questi presupposti.
Gli scambi di materiale potrebbe avvenire in un secondo tempo, secondo standard da definire e fuori del sistema Facebook. Oppure nel periodo pasquale, durante il quale conterei di essere a Punta Ala per alcuni giorni.
Commenti e proposte sono benvenuti, in primis come commenti a questo post o ai post sulle pagine facebook delle associazioni. Per ulteriori dettagli c’è il blog – partecipare apertamente è utile per rilanciare Punta Ala -, potete anche scrivere a fabrizio.felici@gmail.com