La fortuna ci ha dato una mano per portare a Punta Ala Guido Tonelli, ieri sera ad ascoltarlo c’erano una trentina di amici fra i quali vari soci.
Il professor Tonelli è uno scienziato importante, ma non solo: uomo di cultura, umanamente aperto, curioso, disponibile, quello che si dice una bella persona. Ha concluso l’incontro dicendo perchè ha scritto Genesi, il libro che ha raccontato in viva voce sotto Giove e la Luna, davanti a decine di occhi che non lo hanno perduto per un istante: ha scritto Genesi per questo, per raccontare la nostra storia, dell’universo nel quale ci troviamo, di noi animali umani. Lo ha scritto per rispondere alla domande della nipotina di 4 anni: nonno, cosa sono quelle luci nel cielo? (avevo raccomandato di portare i nipotini, brava Margherita che è venuta col pancione quasi all’ottavo mese …).
E’ il racconto di un non credente privo di tracotanza e che crede nell’importanza di cercare le nostre radici, che senza imbarazzo ed in piana semplicità ricorda di essersi trovato spiazzato dal gesuita che a Modica, parlando dopo di lui, disse: il professore ha raccontato la storia dell’universo, ma la Genesi biblica racconta il futuro, non il passato.
La Genesi biblica come racconto degli ebrei che documentano ciò che sono, la propria identità, la propria cultura.
Sempre ieri, poche ore prima di incontrare Guido Tonelli, Ippolita Zetti ci aveva autorizzato a pubblicare il libro della mamma Enrichetta, ha completato l’assenso del fratello Matteo e pubblico subito, qui in allegato.
Enrichetta Coghi Zetti è testimone diretta della nascita del progetto Punta Ala, come oggi la vediamo e viviamo, il libro di Enrichetta è il racconto che dobbiamo conoscere. Per continuare a scrivere la storia di Punta Ala col medesimo spirito dei progettisti: venendo qua, ognuno di noi ha sentito proprio questo progetto, molti sono arrivati qui in fasce, molti riportano i figli, i nipoti. Per custodire il creato, ed è stato un colpo di fortuna, davvero un caso fortunato, avere il piacere e l’onore di avviare questa narrazione con Guido Tonelli, come è stato un caso fortunato che la mail di Ippolita sia arrivata lo stesso giorno dell’incontro col professore: qui comincia il nostro compito, ricordare il senso, custodirlo, continuarlo. Senza montarci la testa perchè siamo solo custodi.
(Alessandro Marzocchi)
Leggendo il commento di Alessandro si ha la sensazione di respirare un’aria diversa.
Niente baccano, nessuna parola gridata.Sottovoce ci invita con garbo a custodire Punta Ala, a tutelarne la bellezza , conservando il verde, gli ampi spazi liberi , salvaguardando il mare cosi come è stato disegnato nel progetto iniziale.Non chiediamoci se saremo capaci di farlo, ma diciamoci “dobbiamo farcela”. Grazie Alessandro!
Cara Carla, quello che sarebbe stato possibile fare all’interno di una struttura societaria privata come quella di un Comprensorio non è possibile fare all’interno di una realtà totalmente diversa come quella che poi è diventata Punta Ala, consegnata a piedi e mani legate alla gestione pubblica. Lo speculatore immobiliare Società di Punta Ala SpA ha fallito nel suo intento non riuscendo ad aggregare un insieme omogeneo di proprietari come nella vicina Rocchette, molto più piccola come perimetro territoriale e dove sono riusciti a creare una struttura condominiale finalizzata alla gestione, manutenzione, limitazione degli accessi ai soli proprietari. Ha fallito un’impresa, legata ad un gruppo potente e solido come quello afferente ai Pesenti, che ha abdicato consegnandoci al governo pubblico in condizione di inferiorità essendo una frazione ed avendo pochissimi residenti votanti, Ritengo sia una chimera continuare a perseguire un sogno, per bello che sia, ma che non ha alcuna possibilità di essere ripreso. Dobbiamo adeguarci alla realtà mutata ed in forte mutamento a causa della grave emergenza sanitaria in corso. Personalmente, ma sono uno solo su tanti, credo occorra prendere atto dei mutamenti e trovare aggregazione e consenso su tematiche largamente condivise e portarle all’attenzione di chi ci amministra. Questo deve essere, a mio parere, lo scopo di una Associazione come Comunità di Punta Ala.
Dobbiamo avere la consapevolezza di cosa è possibile fare e di cosa no, di cosa è doveroso portare all’attenzione delle amministrazioni locali e vigilare. Pochi residenti, pochi voti uguale a poca capacità di influenzare le decisioni di chi ci governa.